Come scrivere un curriculum vitae

Il principale “biglietto da visita” che abbiamo per farci conoscere è il Curriculum Vitae. Molto spesso non viene dedicata la giusta importanza o il tempo necessario ad una corretta preparazione del CV; per questo motivo di seguito evidenzio delle linee guida che consentano una stesura ottimale di questo documento, informandovi su come evitare gli errori più ricorrenti che si riscontrano nella preparazione.

Il CV mostra quelle che sono le esperienze professionali e formative di un soggetto e serve a mettere in risalto le proprie capacità e attitudini. È il primissimo strumento di valutazione che diamo ad un’azienda nel momento in cui rispondiamo ad un annuncio/offerta di lavoro o nel momento in cui lo inviamo per una autocandidatura.

Ciò fa capire che un CV ben compilato, possibilmente allegato ad una efficace lettera di presentazione, può essere determinante nel farsi notare dall’azienda e ottenere un colloquio con il datore di lavoro o con l’azienda che si occupa di recruiting.
Oltre a questo va considerato che il CV è determinante anche dopo il colloquio, in quanto serve a ricordare quali sono le tue qualifiche e i tuoi contatti. I recruiter infatti utilizzano il CV sia prima che dopo il colloquio con il candidato.
il “grassetto” sulla parola “contatti” usata in precedenza non è casuale, infatti tra i consigli che andremo ad elencare, l’aspetto visivo è uno dei punti più importanti che tratteremo! Per la serie, “anche l’occhio vuole la sua parte”.

Le caratteristiche, dunque, che deve avere un CV di “successo” sono le seguenti:

  • Lunghezza: massimo 2 o 3 pagine. Mediamente il recruiter impiega una ventina di secondi per visionare il CV, per questo motivo è preferibile non dilungarsi in particolari non rilevanti.
  • Ordine ed efficacia: per rendere più confortevole la lettura possono essere usati gli elenchi puntati e il grassetto (come dicevamo prima). Non devono essere presenti errori di battitura ed è preferibile mantenere una grafica coerente e precisa, magari utilizzando font come Times New Roman o Arial. (Va sempre tenuto presente che un CV disordinato può essere considerato come elemento di superficialità).
  • Riconoscibilità: è consigliato inserire nel CV una fototessera professionale, con outfit adeguato. Ciò permette all’azienda o al recruiter di farsi un’idea di chi andrà ad incontrare. Anche l’immagine che comunichiamo ha la sua importanza.

Abbiamo finora visto quelli che sono gli aspetti più importanti che bisognerebbe sempre considerare quando si prepara un curriculum; di seguito riporto gli aspetti che, contrariamente, andrebbero sempre evitati:

  • Mentire: sia sull’esperienze lavorative che sulle proprie capacità e abilità professionali. Un recruiter, in sede di colloquio, impiega pochi minuti per mettervi alla prova.
  • Inviare un curriculum senza foto o con foto poco professionali: del primo caso se n’è già spiegato il motivo sopra parlando di “Riconoscibilità”. Del secondo, è bene sottolineare che inserire nel CV una foto al mare, in un locale, o stile selfie, rende il vostro documento immediatamente poco professionale e, di conseguenza, non fa “colpo” sul recruiter che sta operando il cosiddetto screening preselettivo.
  • Tutto ciò che ostacola l’aspetto “Ordine ed Efficacia” visto in precedenza: errori di battitura, assenza di una logica nella struttura, font diversi nello stesso documento o elaborati e di difficile lettura, font con colori diversi.
  • Monologhi e frasi complesse: essere brevi, in queste circostanze, ha un’incidenza notevolmente superiore alla scrittura di un saggio in cui raccontare le rispettive esperienze.

In conclusione, il consiglio che sento di darvi è fare in modo che il curriculum assomigli il più possibile al soggetto che lo prepara e ora, che avete qualche linea guida in più su come scriverlo, vi suggerisco di mettervi all’opera e creare il vostro miglior curriculum! In bocca al lupo!

La Brand Identity

Quando conosciamo qualcuno, la prima cosa che ci colpisce è inevitabilmente l’aspetto fisico. Iniziamo a guardare come quella persona si presenta, la scelta dei suoi abiti, il colore dei capelli, la sua gestualità. Questi sono i primi segnali che acquisiamo.

La stessa cosa, contestualizzata, succede con la Brand Identity che, tecnicamente, significa: “identità di marca, concetto del marketing che prevede che l’identità di un’azienda sia solida e chiara affinché il target di riferimento possa riconoscere la marca con semplicità ed allinearla alla brand image”.

I termini “brand”, “branding” e “brand identity” spesso sono considerati come sinonimi, ma non è così. Facciamo chiarezza:

  • il brand è la percezione dell’ azienda agli occhi del mondo;
  • il branding riguarda tutte le pratiche di marketing volte a far emergere sul mercato un determinato brand;
  • la brand identity è l’insieme di tutti quegli elementi visibili e tangibili che l’azienda crea per dare una specifica immagine di sé al consumatore.

Quando si pensa ad una nuova attività o ad un nuovo progetto/prodotto da lanciare sul mercato, bisogna partire dalla costruzione di un’immagine coordinata solida ed efficace. Vi starete chiedendo: come fare? Quali sono i passaggi da seguire e come riuscire ad emergere?

La prima cosa da fare è affidarsi a dei professionisti.

Qui entra in gioco la figura del grafico (di cui abbiamo parlato in un precedente articolo), professionista in grado di analizzare tutto l’insieme degli elementi chiave per sviluppare una Brand Identity vincente.

Sappiamo bene che si parla di un mondo creativo vastissimo ma bisogna seguire un percorso preciso per evitare di perderci o fare qualcosa che non rispecchi il core business della nuova attività/prodotto che stiamo per lanciare.

Andiamo per passaggi:

  • Il grafico deve fare chiarezza e aiutarvi a capire cosa comunicare del nuovo brand. Attraverso una specifica analisi riuscirà a capire quali sono le caratteristiche e i valori da comunicare graficamente.
  • Successivamente sarà il momento di dar spazio alla creatività nella realizzazione del naming e del logo che racconterà il vostro brand.
  • Ognuno di questi passaggi implicherà la scelta dei colori, dei font e dello stile, in modo da coordinare tutto il processo messo in atto.

Una Brand ldentity forte serve a rendervi visibili e riconoscibili, evitando il rischio di passare inosservati. Infatti, l’obiettivo principale è proprio quello di “colpire” positivamente e subito il nostro pubblico.

Dare una buona prima impressione, far percepire che la nostra immagine è solida, chiara e strutturata, sono elementi che fanno parte della Brand ldentity. Si tratta di un percorso che richiede un necessario impegno da parte dell’azienda che, inoltre, dovrà tenere sempre in considerazione che, ciò che si sta realizzando, servirà a rispecchiare la propria identità sul Web.

Consiglio, dunque, di non modificare repentinamente il lavoro fatto una volta raggiunto l’obiettivo prefissato, ma di scegliere e far creare un “prodotto” che dovrà rappresentarvi per più tempo possibile.

Chiarito ciò, bisogna porsi alcune domande: Conosci fino in fondo te stesso? Cosa vuoi raccontare? Come puoi raccontarlo?

Queste domande sono la chiave di tutto. Non riuscirai mai a raccontare il tuo brand se non capisci fino in fondo cosa vuoi rappresentare e come vuoi raccontarlo.

Errori come questo generano dei cambiamenti radicali che rallentano sempre di più il processo di conoscenza del brand. Più cambierete il vostro aspetto, meno le persone vi riconosceranno e ricorderanno.

Questo è un primo e breve quadro generale sull’importanza della Brand ldentity. Nei prossimi articoli vi parlerò degli elementi che compongono l’immagine coordinata, così da scoprire piano piano tutti i passaggi che servono per creare un brand solido.

“La risorsa più preziosa della tua azienda è la sua immagine presso i clienti”

[BrianTracy].