Un’occasione di sviluppo del business: la scelta strategica dei collaboratori.

L’imprenditore, per sua natura, deve avere il dono della VISIONE, deve vedere dove gli altri ancora non vedono e cercare il business in ambienti ancora inesplorati.

Per raggiungere i suoi obiettivi deve avvalersi necessariamente del detto “Se vuoi andare veloce, vai da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme” e può farlo solo scegliendo con cura i propri collaboratori.

Quali sono gli elementi che l’imprenditore deve prendere in considerazione per circondarsi di una squadra sempre all’altezza dell’azienda?

Vediamo insieme alcuni aspetti importanti:

  1. Guardare oltre il curriculum. Per fortuna i recruiters (o meglio quelli più all’avanguardia) non si fermano dietro alle righe del curriculum ma riescono a vedere nelle pieghe della carta cercando di scovare le caratteristiche che fanno di quel candidato il candidato vincente. Questo modus operandi dovrebbe essere applicato anche dall’imprenditore quando sceglie i propri collaboratori. Se è vero che gli aspetti strettamente legati alle mansioni sono importanti, è fondamentale che il candidato creda nei valori dell’impresa, ne condivida la cultura e ne sposi la mission, perché le competenze tecniche con il tempo invecchiano e devono essere sempre coltivate, mentre le soft skills intrinseche della risorsa restano.
  1. Lavoro di squadra, SI grazie! È vero, sembra una frase fatta, ma vi assicuro che non lo è. Quando si inserisce un nuovo collaboratore è NECESSARIO (e lo scrivo volutamente maiuscolo) svolgere una serie di azioni per far sì che l’inserimento nel meccanismo aziendale sia un passaggio rapido ma efficace. Questa fase si chiama in gergo tecnico “onboarding” ed è un insieme di procedure che l’azienda mette in pratica per l’inserimento di un nuovo dipendente. Scrivere una mail di benvenuto, informarlo sulle policy aziendali, fare un breve tour degli uffici presentando in modo approfondito i colleghi, fargli trovare già il primo giorno le credenziali di accesso con una mail personale attiva, mettere a diposizione del materiale informativo aziendale, sono solo alcune delle “buone pratiche da utilizzare per organizzare un benvenuto in azienda formale che getti le basi per un solido rapporto professionale.
  1. Formazione, non ti scordar di me! Scegliere un buon collaboratore è solo l’inizio della lunga storia d’amore che lo vedrà protagonista con l’azienda ma non dimentichiamoci che anche il più creativo dei collaboratori ha sempre bisogno di stimoli nuovi, di confronti e di formazione. Accrescere il suo bagaglio di competenze è un dovere dell’azienda così da renderlo sempre più autonomo, responsabile e pronto alle esigenze che un mercato mutevole come quello di questo periodo richiede.

Purtroppo, un’assunzione sbagliata può comportare ingenti danni: economici, investimento di tempo andato perduto, scompiglio degli equilibri nel team. La scelta delle risorse è importante allo stesso livello di tutte le scelte strategiche che l’imprenditore fa ogni giorno. Per questo è importante saper “cercare” ma anche saper leggere tra le righe, motivare, coinvolgere e formare per far sì che la lunga “storia d’amore” tra il collaboratore e l’azienda non perda mai l’entusiasmo del primo giorno insieme.

La formazione e la sua importanza

Al giorno d’oggi, in un mercato imprenditoriale sempre più complesso, ogni azienda punta a preservare la propria competitività e, per farlo, attinge da una risorsa che consente di possedere un vantaggio nei confronti dei rispettivi competitors, la FORMAZIONE.

Per un’azienda è fondamentale motivare e gratificare le risorse umane che operano al suo interno, in quanto queste vedono in maniera senz’altro positiva l’intento aziendale di investire su dei percorsi formativi-professionali.

Da questo punto di vista la formazione mostra risvolti positivi in 3 direzioni:

  1. Fa acquisire competenze;
  2. Colma eventuali lacune all’interno dell’azienda;
  3. Valorizza le potenzialità e può determinare la scoperta di talenti.

Ma in cosa consiste, dunque, un processo di formazione?

Solitamente tale processo di formazione del personale si articola in 4 fasi:

  1. L’analisi del fabbisogno.

Ancor prima di intervenire in termini di formazione, l’azienda deve occuparsi di capire quale possa essere l’effettivo fabbisogno formativo. Per questo motivo viene svolta, in prima istanza, un’analisi in ogni reparto aziendale, dove saranno raccolte informazioni sulla vision dell’azienda, sull’andamento del mercato e dei competitors, sull’organizzazione della sede. Successivamente verranno evidenziati tutti i possibili margini di miglioramento e saranno stabilite le principali aree di intervento.

  1. Progettazione ed erogazione della formazione.

Alla luce di quanto appreso dalla prima fase di analisi, è determinante pianificare tutto il percorso di formazione, dai contenuti ai criteri di valutazione, passando per le modalità e le tempistiche di svolgimento.

  1. La valutazione del processo.

La terza fase prevede la valutazione, da parte dell’azienda, dell’efficacia di tutto il percorso, verificando che le competenze e le nuove conoscenze acquisite dalle risorse

vengano trasformate in azioni concrete e se queste, nel medio-lungo periodo, comportino o meno dei risvolti positivi per l’azienda stessa.

  1. La revisione del processo formativo.

Spesso, ed erroneamente, molti credono che la fase di valutazione sia l’ultimo step del percorso di formazione. Invece a questa fase segue quella, probabilmente, più importante di tutte, ossia la fase di revisione del processo formativo. Questo perché è da ciò che emerge dalla valutazione che l’azienda può rivedere e tarare meglio i successivi percorsi, individuando dove si è commesso qualche errore e, nel caso, rimediare agli stessi.

Formare il proprio personale su competenze specifiche relative all’azienda o ai suoi settori correlati è determinante per essere competitivi nel mercato imprenditoriale. Quindi, intendere le risorse umane come proprio capitale, in quanto ricchezza aziendale di professionalità, porta a investire logicamente su di esso per un miglior rendimento professionale e umano.